La Commissione europea ha annunciato di aver deferito il Portogallo alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver applicato pienamente la nuova legge sui servizi digitali, dato che non concedeva poteri di vigilanza né definiva regole sulle sanzioni.

Nell'ambito del pacchetto di infrazioni del mese di maggio, l'esecutivo dell'UE ha annunciato di aver intentato una causa presso la Corte di Giustizia dell'Unione Europea (UE) contro il Portogallo, la Repubblica Ceca, la Spagna, Cipro e la Polonia "a causa della mancata applicazione effettiva della legge sui servizi digitali".

In particolare, "per non aver designato e/o abilitato un coordinatore nazionale dei servizi digitali ai sensi della legge sui servizi digitali".

La legge sui servizi digitali dell'UE, adottata nel 2022, mira a creare un ambiente online più sicuro e trasparente stabilendo regole più severe per le grandi piattaforme digitali che operano nello spazio dell'UE, come i social network Instagram, Facebook e TikTok.

La nuova legislazione impone a queste piattaforme di rimuovere i contenuti illegali e dannosi.

In base a questa nuova legge, gli Stati membri dell'UE avevano tempo fino al 17 febbraio per nominare un coordinatore nazionale incaricato di garantire un'efficace supervisione e applicazione delle norme. Il Portogallo lo ha fatto, ma non gli ha "conferito i poteri necessari per svolgere le sue funzioni".

La legge sui servizi digitali prevede inoltre che gli Stati membri debbano stabilire norme sulle sanzioni applicabili alle violazioni del regolamento, cosa che il Portogallo non ha fatto.